sabato 1 dicembre 2012

La vida es una puta.


Dietro di lei la giungla, di fronte l’oceano altero; oggi indisciplinato, disubbidiente, ribelle.
Le onde si infrangevano sulla battigia, che veniva ripetutamente presa a schiaffi da quell’indolente blu. In quel sacro tramonto, schizzi consistenti  inumidivano la blusa bianca di Carmen, che correva come una bambina con i suoi due doghi argentini, che di tanto in tanto si fermavano ad attendere la loro amica scapigliata.
I capelli annodati nel vento, erano un inno alla libertà.
Si fermò stanca, poco  lontano da due lerci pescatori , ai piedi di un albero di cocco e stremata si lasciò cadere, tra i musi insabbiati di Blanco e Felipe. Distribuò carezze ad entrambi, rassicurandoli che non li avrebbe lasciati ancora e schiuse gli occhi lucidi al cielo sconfinato, in quella striscia di Venezuela chiamata  Playa Medina.
Carmen, fragile come un’ostia consacrata, non volle vedere il giorno morire nel mare, ma tentò di abbandonarsi a pensieri di speranza, immaginando come quella palla arancio, sparendo inghiottita nell'Atlantico, avrebbe dato vita, in un altro oceano, ad una nuova attesa. Ora, i tramonti per lei non avevano più il sapore di una nuova giornata da colorare, da reinventare, da immaginare.I progetti avevano lasciato il posto ad un fardello pesante di ricordi e “Quando los recuerdos son tan altos como los árboles”-pensò- deben disfrutar de un buen retiro, con mis dos amigos.”  
Ed è così, troppi ricordi fanno ombra.
L a vita va spremuta fino all’osso e Carmen i suoi sessantotto anni, li aveva strizzati come il canovaccio bagnato di una vecchia domestica. Decise così di tornare a casa, scrollando i residui di sabbia dalle gambette nude, sotto l’occhio vigile dei devoti guardiani, i suoi due amici.
Carmen aveva amato la vita, si era fatta trascinare per il braccio, prendere a calci in culo, l’aveva adorata, maledetta, bestemmiata.
Ma ora nutriva una sorta di astio nei confronti del tempo, fottuto amante e mezzano della vita stessa.
Pensò che la vita è una puttana. 
Una puttana che si fa sfruttare da quel bastardo con l’orologio  in mano.



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