sabato 1 dicembre 2012

In chiave di Sol



Era magro, magrissimo, con lo sguardo febbrile ed allucinato. 
Ed  aprì scenari di un infinito di perdizione a questa mademoiselle in mutandine di pizzo.
Il suono luciferino del suo violino, mi  trascinò in una passione irresistibile che soggiogò l'essere e a cui non potei opporre resistenza. 
Fu come se fossi incatenata a lui, legata ed ammanettata, su maledette, rapide scale di Capricci. 
L'atmosfera tetra e spettrale, fu la premessa di una danza sfrenata, in cui  il terribile seduttore lasciò vibrare il suo membro enorme dentro il mio corpo fremente ,in una suggestiva cascata di note, mentre muoveva l’archetto tra rosse fiamme, con la grazia satanica della mano sinistra. 
E le sue mani, quelle mani lunghe, abili e diaboliche, si destreggiarono cupidamente tra le rotondità del suo strumento e le mie, pizzicando entrambi con smania e bramosia! 
Suonò indiavolato due o più note con due strumenti diversi, in maniera cruenta e portata all’eccesso, esaudendo i miei profondi desideri.
E così  anche il Cannone, prese inquietante forma umana e si lasciò plasmare in chiave di Sol, asservito come me alle sue virtù.
Fu Nicolò Paganini, compagno e dissoluto amante di una diabolica notte costellata da sogni ed incubi, intrecciati indissolubilmente tra realtà e fantasia, dove  non riuscii più a percepire quale fosse la verità.
L’unica mia certezza  è che Satana è mancino.
(Oniricamente, Costanza de Sade.)


La vida es una puta.


Dietro di lei la giungla, di fronte l’oceano altero; oggi indisciplinato, disubbidiente, ribelle.
Le onde si infrangevano sulla battigia, che veniva ripetutamente presa a schiaffi da quell’indolente blu. In quel sacro tramonto, schizzi consistenti  inumidivano la blusa bianca di Carmen, che correva come una bambina con i suoi due doghi argentini, che di tanto in tanto si fermavano ad attendere la loro amica scapigliata.
I capelli annodati nel vento, erano un inno alla libertà.
Si fermò stanca, poco  lontano da due lerci pescatori , ai piedi di un albero di cocco e stremata si lasciò cadere, tra i musi insabbiati di Blanco e Felipe. Distribuò carezze ad entrambi, rassicurandoli che non li avrebbe lasciati ancora e schiuse gli occhi lucidi al cielo sconfinato, in quella striscia di Venezuela chiamata  Playa Medina.
Carmen, fragile come un’ostia consacrata, non volle vedere il giorno morire nel mare, ma tentò di abbandonarsi a pensieri di speranza, immaginando come quella palla arancio, sparendo inghiottita nell'Atlantico, avrebbe dato vita, in un altro oceano, ad una nuova attesa. Ora, i tramonti per lei non avevano più il sapore di una nuova giornata da colorare, da reinventare, da immaginare.I progetti avevano lasciato il posto ad un fardello pesante di ricordi e “Quando los recuerdos son tan altos como los árboles”-pensò- deben disfrutar de un buen retiro, con mis dos amigos.”  
Ed è così, troppi ricordi fanno ombra.
L a vita va spremuta fino all’osso e Carmen i suoi sessantotto anni, li aveva strizzati come il canovaccio bagnato di una vecchia domestica. Decise così di tornare a casa, scrollando i residui di sabbia dalle gambette nude, sotto l’occhio vigile dei devoti guardiani, i suoi due amici.
Carmen aveva amato la vita, si era fatta trascinare per il braccio, prendere a calci in culo, l’aveva adorata, maledetta, bestemmiata.
Ma ora nutriva una sorta di astio nei confronti del tempo, fottuto amante e mezzano della vita stessa.
Pensò che la vita è una puttana. 
Una puttana che si fa sfruttare da quel bastardo con l’orologio  in mano.



Boudoir d'Orsay


Il mio bordello è come un museo. 
I miei angeli sono quadri illustri che giacciono in attesa di essere ammirati ed osservati da voi, con meraviglia.
Il mio bordello è più di un museo, perchè le opere d’arte possono essere anche accarezzate e baciate con voluttà.
E loro si crogioleranno in questa corrispondenza di sensualità, traendo giovamento nel  concedervi le loro movenze e le danze fuori dalla tela.
Come in un sogno ammantato di magia, il mio Boudoir d’Orsay apre le porte... 
Cosa volete che siano pochi, gentili oboli , per una libertina madame che vi permette questo incanto?
Gaudete, gentiluomini, gaudete ma tacete.
Il  vero gentiluomo gode e tace.
(una mademoiselle de Sade "maîtresse de maîson" in Paris.)


Mangiare bene, o fottere bene?




E’ risaputo che le migliori chiavate si fanno a pancia vuota. 
Mangiare e copulare sono entrambi piaceri dotati di completezza intrinseca, degna di impegno e cura, che inducono benessere. 
E’ un vero peccato sacrificarne uno a scapito dell’altro, non trovate?
Antipasti succulenti innaffiati da ottimo vino, secondi celebrati solennemente da un commensale epicureo, contorni dissoluti, dolci peccaminosi, cibo degli dei, pregiati distillati che preludono all'inverecondia. 
Cosa aggiungere dopo?
Solo un salottiero riposo, condito da risate di amici festaioli.
Posporre una scopata a tutto ciò, sarebbe un sacrilegio.
Corpi che si palpano, imperlati di sudore, si esplorano avvinghiati in gesti scostumati, odori viziosi, sguardi lussuriosi ed ore di intenso piacere fisico che sfiancano le membra. 
Cosa aggiungere dopo?
Solo un serena quiete, condita tutt'al più da un Partagas Lusitanias dal corpo rotondo.
Non suggerite la sequenza di uno appresso all’altro, perchè sarebbe un’empietà,  ve ne prego.
Bon appétit ou bon sexe, a voi la scelta.
Mademoiselle Costanza de Sade, appassionata commensale.


Per una volta nella vita.




Per una volta nella vita ho sognato di volare, non solo per poter sputare in testa agli omini frettolosi che dall’alto paiono operose formiche nere, ma per insinuarmi in luoghi arditi, adagiarmi su rami vetusti di alberi immensi, o per  raggiungere la cima di una montagna. 
E sulla cima altissima ed innevata, tra le nuvole, infinitamente lontano da voi, mi sono sentita un re.
Per una volta nella vita,ho sognato di essere una ballerina del Moulin Rouge, che volteggiava pettoruta sul palco di un teatro, pregno di odore di tabacco pestato. Da lontano un pittore baffuto, mi ritraeva austero, in uno schizzo effimero. 
Ed io mi beavo della celebrità. 
Per una volta nella vita, ho sognato di  passeggiare in un altro tempo ed in un altro luogo, avvolta in un cappotto scuro, in compagnia del mio mentore che con saggia dolcezza mi spiegava la vita, mentre le foglie autunnali, ci carezzavano ignare.
Per una volta nella vita, ho sognato di essere una scrittrice. 

il fido Eugène.


La mia idea di lusso è sempre stata la figura di un maggiordomo.
Il fido Eugène, che si preoccupa con devozione della sua madame assecondandola, viziandola, coccolandola. Si ricorda dell’assunzione quotidiana di integratori, degli otto bicchieri d’acqua d'idratazione giornaliera, di porgerle drappi morbidi dall'essenza pregiata, che inebriano al solo contatto. Silente nel mattino ostile e sorridente nelle giornate uggiose. 
Zelante segretario delle tre utenze, che risponde con grazia e raffinatezza ad ogni interlocutore e non si ammala mai. Apre la porta e fa gli onori di casa, mentre l'annoiata madame, dinanzi al guardaroba, si adopera nella scelta , infastidita dall'ennesimo scocciatore.
Egli è una spugna fedele di sproloqui e futilità partorite dall'esigua materia grigia delle microcefale amiche della madame, alla quale riporta i concetti stringati del nulla appena pronunciato. E' la sintesi perfetta, dunque.
In prossimità di ricchezza, ancor prima di una coreografica piramide di  Beluga, da degustare stravaccata sul mio Bombardier Global Express, il primo investimento sarà l’adorato Eugène.
(Mademoiselle de Sade Sine Nobilitate)

Attrazione o repulsione?

Ciascuno di noi è attratto o respinto da un preciso luogo. Perchè?  
Credo che la nostra vibrazione personale entri in sintonia con una simile, od in caso contrario con una opposta, negativa. Quando un luogo particolare ci attira perchè trasmette sensazioni di benessere, familiarità, serenità ed emozione, è quello il posto che meglio riesce ad incorniciare la nostra personalità, amalgamandosi a perfezione con il nostro spirito. E’ come un abito perfetto, un paio di scarpe che calza a pennello, una persona cara che ci avvolge in un abbraccio. 
Perchè sottovalutare l’importanza di questa energia affine o contraria nella nostra vita? 
Dovremmo forse vivere un’esistenza, già breve, in una cornice ostile? 
Finchè sarò in tempo cambierò orizzonte, quando lo stesso non sarà più brillante e perfetto per la mia anima.Cercherò quella stradina dove passeggerò serena, quella caffetteria dove mi sembrerà di essere a casa e quel posto solitario e segreto che accarezzi il cuore.
(un'apolide mademoiselle de Sade)