Il dandy, nel suo noioso viaggio, si denudò dell’amatissimo foulard in seta blu, per fermare l’oscillazione dispettosa della sua valigia, inquieta come lui.
Ma nulla era più soggetto a tormento ed inquietudine, quanto il suo animo, che aveva spodestato la coscienza e si ergeva in cattedra, avido di risposta. Ad ogni quesito irrisolto, l’animo sussultava, fremeva, incalzava. Vibrava in un crescendo con spinta risoluta, bramando risposte.
Picchi e cadute, elevazioni e discese brutali, un pentagramma di note celestiali e suoni gravi. Ma il dandy non fece trasparire alcunchè nel suo stanco volto. Si sarebbe detto di lui, un dandy privo di foulard.
E basta.
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